Noa in concerto al LAC

Domenica 26 gennaio alle ore 20:30 in occasione della Giornata Internazionale della Memoria, la cantante israeliana Noa sarà al LAC per un eccezionale concerto.

La sua origine yemenita, gli anni di formazione negli Stati Uniti e il ritorno in Israele a 17 anni, hanno contribuito alla maturazione di questa artista dalla voce melodiosa, che sa mescolare rock, jazz e musica classica, con tonalità che ogni volta incantano il pubblico: come non pensare al testo Beautiful that way, scritto da lei sulle note del maestro Piovani, noto in italiano come La Vita è bella, leitmotiv del famoso film premio Oscar diretto e interpretato da Roberto Benigni.
Ferma sostenitrice della pace, Noa si è esibita nei più prestigiosi teatri e sale di concerto del mondo, come Carnegie Hall, Lincoln Center, la Casa Bianca e più volte in Vaticano, collaborando con artisti del calibro di Stevie Wonder, Sting, Andrea Bocelli e molti altri.
Di se stessa Noa dice: “Mi sono formata a New York, ma non potrei mai vivere lontano da Israele”. “L’amore è la fonte del mio canto”. La sua voce carezzevole e modulata e le profonde qualità umane fanno di Noa la testimone adatta per far vivere la Memoria della Shoah.
Il concerto è arricchito dalla partecipazione del Coro Clairière del Conservatorio della Svizzera italiana diretto da Brunella Clerici.
Una serata unica resa ancora più eccezionale grazie alla presenza di una ospite di eccezione Fanny Bem Ami, una delle testimoni dell’olocausto, che a partire dalle ore 20 incontrerà il pubblico in Sala Teatro.
L’incontro, organizzato in collaborazione con LAC edu, è riservato a chi acquista il biglietto.
Fanny Ben-Ami nasce nel 1930 in Germania. Quando Hitler sale al potere i suoi genitori partono per Parigi con le loro figlie. Pochi giorni prima dello scoppio della seconda guerra mondiale, il padre viene arrestato e rinchiuso in un campo per prigionieri politici e la madre è inviata a Limoges. Fanny e le sue sorelle vengono mandate dall’organizzazione francese Oeuvre de Secours aux Enfants in una colonia di vacanza nel castello di Chaumont, per proteggerle dai rischi incombenti. Ma la loro tranquillità non durerà a lungo. Quando i rastrellamenti nazisti si inaspriscono Fanny, a quell’epoca tradicenne, insieme alle sue sorelle più piccole e d altri bambini ebrei sono costretti alla fuga: dovranno fare appello al loro coraggio per affrontare pericoli e peripezie nel tentativo di raggiungere il confine svizzero e salvarsi. Questa straordinaria avventura è raccontata nel libro autobiografico “Le Journal de Fanny”, da cui è stato tratto il film della regista e sceneggiatrice francese Lola Doillon “Il viaggio di Fanny”(2017). Oggi Fanny vive a Tel Aviv, ha due figli e numerosi nipoti. I genitori di Fanny
sono morti ad Auschwitz e Lublino.

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