Politica

Le Commissioni nazionali per l’UNESCO riunite a Lugano nel 2020

La Città di Lugano è stata scelta come sede della 7. Riunione interregionale delle
Commissioni nazionali per l’UNESCO che si terrà nel 2020. L’annuncio è stato fatto oggi a Parigi in occasione della 40. sessione della Conferenza generale dell’UNESCO, alla presenza del Sindaco Marco Borradori. È la prima volta che questo evento ha luogo in Europa.

Il congresso internazionale si terrà dal 25 al 29 maggio 2020 e prevede sull’arco dei cinque
giorni la partecipazione di circa 200-300 persone provenienti da tutto il mondo. La Commissione internazionale si riunisce ogni due anni in una città diversa, in alternanza al congresso mondiale che si svolge sempre a Parigi. Per il congresso del 2020 si è candidata la Svizzera e la scelta della sede per la 7. Riunione interregionale delle Commissioni nazionali per l’UNESCO è caduta su Lugano: infatti, da tempo in città si svolgonoregolarmente gli incontri informali, denominati “riunioni di Lugano”, tra le diverse Commissioni nazionali.
La Città ha aderito con entusiasmo alla proposta di accogliere Lugano 2020 e di presentarsi
a Parigi portando un saluto e introducendo i presenti alle caratteristiche paesaggistiche, culturali e di accoglienza – ma non solo – della nostra regione. L’anno prossimo Lugano supporterà gli organizzatori del congresso nella logistica, nell’allestimento di un programma collaterale per gli ospiti e presentando la regione in collaborazione con Lugano Region.
“La Città di Lugano – ha detto oggi il Sindaco Marco Borradori alla sede UNESCO di Parigi–sostiene la missione e i valori dell’UNESCO, consapevole che l’impegno di tutti deve avere come obiettivo quello di intensificare il dialogo fra culture, creando luoghi di riflessione e diffusione nelle istituzioni, nella scuola e in tutte le realtà sociali ed economiche che danno forma alla nostra vita civica e relazionale”. “Le città – ha aggiunto il Sindaco – sono le realtà amministrative e politiche più vicine alla cittadinanza, partner essenziali per sostenere le politiche in materia di diritti dell’uomo, uguaglianza fra i generi, partecipazione e rispetto delle minoranze”.

Accordo quadro istituzionale Svizzera-UE

Il Consiglio di Stato ha preso posizione sulla consultazione indetta dalla
Conferenza dei Governi cantonali (CdC) sulla proposta di accordo quadro
istituzionale tra Svizzera e Unione Europea. Il Governo ticinese, allo stadio attuale,
è contrario al progetto a causa di lacune soprattutto rispetto alla posizione dei
Cantoni, e in particolare a quella del Ticino, per quanto concerne le misure di
accompagnamento alla libera circolazione, la direttiva sulla libera circolazione dei
cittadini dell’UE e gli aiuti di Stato.


Il Governo segnala che il progetto di accordo quadro istituzionale posto in consultazione dal Consiglio federale è gravato da diverse lacune e di conseguenza vi si oppone. Da una prospettiva ticinese, risulta inaccettabile l’indebolimento delle attuali misure di accompagnamento all’Accordo sulla libera circolazione delle persone, in particolare la norma degli otto giorni.
In tema di aiuti statali, il Consiglio di Stato considera inoltre particolarmente problematico il «quadro regolamentare orizzontale» previsto a tutela del buon funzionamento del mercato interno. Questa soluzione intacca i fondamenti stessi del federalismo e le competenze dei Cantoni in diversi ambiti cruciali come fiscalità, aiuti regionali, aiuti all’insediamento di aziende e garanzie per le banche cantonali.
Il Governo ticinese esprime infine preoccupazione in merito all’approvazione –attualmente in corso all’interno dell’UE – del regolamento che coordina i sistemi di sicurezza sociale. La ripresa della direttiva da parte della Svizzera avrebbe conseguenze estremamente pesanti per la Confederazione e per il Cantone Ticino, istituendo l’obbligo di versare indennità ai lavoratori frontalieri disoccupati. Il tema ha un’importanza capitaleper la Svizzera e il Ticino, poiché – oltre a provocare svariate centinaia di milioni di franchi di costi supplementari per le casse della Confederazione – la misura aumenterebbe ulteriormente la pressione sul nostro mercato del lavoro, rendendolo ancora più attrattivo per la manodopera italiana.

Lettera del consiglio di stato del 14 marzo 2019